Lo smash. È il momento di non esitare e distruggere

Roger Federer sale
con il dorso della mano verso l'alto
Se siete arrivati a giocare questo colpo significa che avete giocato bene il punto e avete raggiunto una posizione di vantaggio nello scambio. Avete messo in difficoltà il vostro avversario da fondo campo, siete entrati con i piedi dentro la riga o siete addirittura scesi a rete per cercare di chiudere il punto con una volée o un vincente da giocare al rimbalzo. Il vostro avversario, in ritardo, in allungo, messo male con il corpo e fuori equilibrio alza un pallonetto nel tentativo di recuperare.

Questo non è il momento di esitare. Lo smash è un colpo che va giocato con decisione. Lasciate al vostro avversario la necessità di giocare un pallonetto vincente. Non indietreggiate per ricominciare lo scambio con i colpi da fondo campo. Cercate lo smash con determinazione. Rinunciate a schiacciare solo se siete superati irrimediabilmente dal pallonetto. In questo modo darete un messaggio chiaro al vostro avversario: “se alzi il pallonetto io schiaccio”. "Distruggo".

Infatti con questo colpo si può veramente schiacciare la palla nel campo dell’avversario. Smash significa distruggere. Avete luce anche se giocate la schiacciata a rimbalzo dalla riga di fondo. Come abbiamo visto con l’articolo sul servizio, infatti, la rete copre solamente i rettangoli del servizio. La rimanente parte del campo è visibile e più si avanza più abbiamo campo a disposizione per schiacciare.

La schiacciata è un colpo molto simile al servizio ma ne differisce per alcuni aspetti, di cui è opportuno tenere conto. Si tratta di un’esecuzione dall’alto come nel servizio, ma la palla va cercata nel campo perché non siamo noi a lanciarla come vogliamo per colpirla al meglio. Questa condizione implica una sostanziale modifica esecutiva. Nello smash manca l’esecuzione senza soluzione di continuità del movimento armonico delle braccia che salgono verso l’alto fino alla posizione trofeo per poi andare a colpire. È opportuno infatti interrompere il movimento per andare a ricercare la palla, perciò si sale fino alla posizione a trofeo e poi ci si ferma per andare a cercare la palla proprio in questa posizione.

Il braccio racchetta è pronto per ridiscendere ed acquisire velocità, il braccio non dominante sale in alto senza lanciare, ma punta la palla come se fosse un mirino (condizione che avviene per qualche momento anche nel servizio dopo il lancio) in modo che il punto di impatto sia davanti al vostro corpo e leggermente spostato verso il braccio dominante. Ricordate avete luce, potete schiacciare.
Il braccio dominante sale, verso la posizione a trofeo, con il dorso della mano rivolto leggermente verso l’alto. Non deve salire con il palmo della mano rivolto verso l’alto (questo vale anche nel servizio). Il palmo della mano rivolto verso l’alto, con la faccia della racchetta che andrà a colpire anch'essa rivolta verso l’alto, impedisce la corretta esecuzione del mulinello dietro la schiena o comunque lo rende più macchinoso e ne rallenta l’esecuzione. Quindi il braccio racchetta sale con il dorso verso l’alto poi si ferma in attesa che la palla sia all'altezza giusta per colpire, con la faccia della racchetta che a questo punto è di taglio rispetto al terreno per eseguire il mulinello dietro la schiena. La palla va colpita con il braccio disteso come nel servizio, davanti al corpo.
Justine Henin. Posizione a trofeo.
La racchetta ora è di taglio,
per accelerare dietro la schiena

Da questa posizione parte l’ultima ricerca della palla con movimenti laterali, avanti o indietro, sempre mantenendo la posizione a trofeo e mirando con il braccio non dominante. Un ruolo fondamentale lo svolgono anche i riferimenti: è importante rendersi sempre conto dove ci si trova nel campo, se si è più vicini o più lontani dalla rete. Infatti anche se avete sempre la luce sufficiente per poter schiacciare, questo spazio utile diminuisce più ci si allontana dalla rete, mentre nelle vicinanze di questa i margini saranno via via più ampi. Cerchiamo di non perdere l’orientamento, cosa che potrebbe accadere muovendosi guardando in alto. Anche questo è un aspetto da allenare con cura.

Il timing nella schiacciata è vitale. La funzione di mirino del braccio non dominante serve anche a questo. La palla cade da molto in alto e mentre scende a causa dell’accelerazione di gravità aumenta la sua velocità. Quindi più cade dall'alto e maggiore sarà la sua velocità nel momento in cui è nella zona di impatto ideale. Se si considera che il piatto corde di una racchetta è lungo poco più di 30 centimetri, e varia non di molto in relazione alle dimensioni dell’ovale, più la palla cade dall’alto e minore sarà il tempo a disposizione per prenderla correttamente nel centro della racchetta e quindi maggiori dovranno essere le abilità nello scegliere il giusto timing.

Nei pallonetti molto alti, i candelotti il cui rimbalzo tende a rimanere su se stesso, è bene far rimbalzare la palla e schiacciare al rimbalzo, perché la velocità di ricaduta è troppo elevata. Il rimbalzo, con la palla che risale, permetterà di gestire in modo più efficiente il tempo del proprio colpo.

La presa consigliata da utilizzare è la continental, con lievi aggiustamenti in relazione alle preferenze e caratteristiche di ciascuno.
Area visibile utile (verde) dalla riga di fondo campo altezza 2,90 metri.
L'area va comunque considerata ridotta in quanto la forza di gravità
tenderà a far scendere la palla.
E' impossibile giocare una linea retta.
Gambe, gambe e ancora gambe. È di fondamentale importanza essere subito reattivi con le gambe quando vediamo che il piatto corde del nostro avversario punta verso l’alto, il movimento del braccio rallenta o il giocatore è in allungo, portato fuori dal campo. Sono tutti segnali che indicano che, con molta probabilità, il prossimo colpo sarà un pallonetto.
Prendiamo uno split step con le gambe nel momento in cui la racchetta del nostro avversario sta per colpire la pallina e stiamo pronti ad arretrare. Questo servirà ad essere subito reattivi per scegliere la direzione di movimento, laterale, avanti o indietro, la più probabile a meno che il pallonetto dell’avversario non esca dalla racchetta. Assumere la posizione a trofeo; da questo momento in poi la palla va cercata con molta attività dei piedi delle gambe e passi laterali anche in arretramento o avanzamento, perché siamo ormai affiancati alla rete. Il movimento di esecuzione da questo momento è come quello del servizio.

Lo smash è un colpo che va giocato con soddisfazione. Quando vediamo un pallonetto dobbiamo essere contenti di giocare lo smash. Insieme alle volée alte è l’unico colpo in cui abbiamo un po’ di luce per schiacciare la pallina nel campo dell’avversario. Ovviamente dobbiamo prestare attenzione a non schiacciarla troppo, perché colpiremmo ugualmente la rete: rimaniamo pertanto dritti con il busto e la testa evitando di piegarli in avanti. La forza di gravità è potente e ineliminabile farà comunque cadere la palla, più ci si allontana dalla rete e maggiormente dovremmo schiacciare con un certo margine cercando la profondità. L'area utile infatti si riduce perché è impossibile giocare un colpo che percorra una linea retta. La palla cadrà di fatto riducendo i margini del colpo.

La schiacciata va allenata. In genere negli allenamenti è troppo trascurata. Bisognerebbe dedicare almeno cinque minuti allo smash per ogni allenamento, in modo che i meccanismi di reazione e ricerca attiva della palla siano facilmente richiamabili in partita.

Il resto è divertimento.

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