Ecco l'esoscheletro che vi farà giocare come Roger Federer

Compensatore di braccio, avambraccio e mano
Avendo esaminato quello che avviene nel momento in cui colpiamo la palla dobbiamo trarre delle conclusioni che tengono in considerazione gli aspetti specificamente fisici della realtà che ci circonda. Ci sono delle condizioni che non possono essere scavalcate o aggirate con la tecnica. Premesso che il nostro obiettivo deve essere quello di riuscire a raggiungere la padronanza di una buona tecnica di gioco e cercare di migliorarla negli anni, perché il tennis è uno sport che si presta a miglioramenti continui nell'arco dell’attività e della propria vita, dobbiamo anche essere realistici.
Anche se dovessimo riuscire a raggiungere una sopraffina tecnica di gioco alcune condizioni ci distanzierebbero in modo incolmabile da giocatori come Rafael Nadal, Roger Federer o altri grandi campioni.

Al di là degli aspetti prettamente atletici, i quali fanno delle enormi differenze, infatti atleti di questo calibro sicuramente sono dotati di condizioni biologiche ed atletiche innate che consentono loro di raggiungere determinati picchi di prestazione, dobbiamo tenere presente anche alcune caratteristiche fisiche strutturali.

Per esaminarle e riuscire a trovare delle soluzioni dobbiamo prima fare delle ipotesi e tenere fermi alcuni fattori. Dobbiamo partire dal presupposto di riuscire ad acquisire le stesse abilità tecniche di questi campioni: stessa velocità di braccio, identico punto d’impatto, ottima gestione delle accelerazioni, stesso equilibrio, sincronica rotazione delle spalle, trasferimento del peso, uso degli assi di rotazione.
Un esoscheletro per lo sci

Conoscendo il momento d’inerzia e come viene calcolato, ovvero in relazione a un asse di rotazione che in buona sostanza è il punto sul quale ruota il sistema braccio racchetta, la racchetta da sola, oppure parte del nostro corpo, possiamo calcolare in chilogrammi per centimetro quadrato la potenza all'impatto. Naturalmente dobbiamo mantenere costante la velocità del sistema. Quindi se Roger Federer ha un movimento all'altezza della spalla ciò che influisce sull'impatto in modo più diretto sarà dato dalla massa del suo braccio più quella della racchetta. Ma è importante anche la distribuzione di questa massa, perché abbiamo visto che la distanza dall'asse di rotazione viene calcolata al quadrato. Quindi è di fondamentale importanza anche la distribuzione del peso del braccio di Roger Federer. Se la mano dovesse pesare di più questo influirebbe maggiormente perché la mano è più lontana dalla spalla e la distanza tra la spalla e la mano verrebbe calcolata al quadrato.

Al contrario sarebbe meno importante un maggiore peso del bicipite e del tricipite, in quanto entrambi sono più vicini alla spalla che rappresenta il punto su cui ruota il sistema braccio racchetta.
Detto questo anche se riuscissimo ad avere la stessa velocità di braccio e la stessa tecnica di Roger Federer ma il nostro braccio dovesse pesare di meno anche di pochi grammi (100 g, 200 g, 300 g) l’effetto sulla palla sarebbe diverso e meno efficiente, meno dirompente. Sarebbe minore il momento all’impatto. Con le formule ci si può teoricamente anche divertire per sapere quanto dovremo aggiungere di peso sulla testa della racchetta per compensare per esempio un avambraccio più pesante di 200 g, oppure un braccio più lungo di quattro o cinque centimetri, oppure una mano più pesa di 100 grammi. Si può ipotizzare che i tre aspetti possano anche coincidere, infatti braccio più lungo dovrebbe essere anche più pesante, una braccio più grosso di solito è composto da una mano più grande. Sempre escluse grosse differenze di peso specifico.

Alcuni anni fa mi divertii a fare alcune ipotesi e trovai che anche con differenze nell'ordine di 200 g, se la mia memoria non mi inganna, per avere una compensazione si sarebbe dovuto aggiungere un peso considerevole sull'ovale della racchetta, in punta. Mi sembra intorno ai 25 g. Naturalmente questo peso aggiunto artificialmente renderebbe più difficile l’accelerazione della racchetta e quindi abbasserebbe la velocità d’esecuzione rendendo inarrivabile l’effetto che ha Roger Federer sulla palla, almeno in costanza di rendimento. La situazione non cambierebbe anche se mettessimo quei 200 g che mancano nello stesso punto in cui li ha Roger Federer. La velocità si ridurrebbe comunque. Lo abbiamo già visto negli altri articoli.
Tennis esoscheletro?

Saremo chiamati ad aumentare lo sforzo per avere la stessa velocità che avevamo con il sistema precedente che era più leggero. In più dovremmo mantenere la stessa precisione e la stessa tecnica di esecuzione anche dopo aver aumentato la massa e non è una cosa semplice. Anzi c’è da pensare che certi livelli di gioco almeno per costanza di rendimento nel tempo, esclusi picchi e singoli colpi occasionali, siano preclusi a molti a causa di questa semplice realtà fisica.
Ma la scienza la tecnica potrebbero venirci in aiuto. Potremmo ideare un esoscheletro che compensa la massa, nella sua distribuzione precisa e allo stesso tempo fornisce l’energia sufficiente per mantenere la stessa velocità.

Tale esoscheletro non dovrebbe essere progettato per sopperire alla tecnica. Non dovrebbe giocare da solo né essere programmato per questo obiettivo. Lo scopo dovrebbe essere quello di individuare le differenze della massa e della sua distribuzione in modo da fornire solo l’energia minima sufficiente per compensare la riduzione di velocità. In questo modo il nostro braccio raggiungerebbe i livelli numerici in esecuzione di quello di Roger Federer.

L’esoscheletro non avrebbe avere quindi la funzione di sopperire una manchevolezza tecnica. La tecnica rimarrebbe comunque un elemento da acquisire e migliorare senza interventi esterni artificiali. Questi interventi sarebbero solo finalizzati a sopperire mancanze fisiche che non possono essere migliorate o compensate da altre abilità.

L’esoscheletro è uno scheletro esterno tipico dei crostacei: gamberi e aragoste hanno una struttura esterna rigida paragonabile al nostro scheletro interno. Oggi vengono usati soprattutto per usi medici: come protesi e come aiuto a chi ha difficoltà a compiere determinati movimenti. Se ne studiano per le distrofie muscolari e la Duchenne. Scopi molto più nobili.

L’idea qui è molto più prosaica nonché a scopo divulgativo con effetto smitizzante. Però seguendo queste linee progettuali indicative si potrebbero portare molti giocatori a vedere gli effetti dei propri colpi migliorati a tal punto da renderli molto simili a quelli dei vari campioni tennis. Il tutto senza influire sul personale processo di apprendimento, poiché si tratterebbe di un intervento a fini compensativi di una carenza fisica strutturale e non di una sostituzione del giocatore o “del suo braccio” nella scelta e nella gestione dei movimenti.

Si tratterebbe di interventi di non grande entità. Addirittura il peso dell’esoscheletro potrebbe superare il peso da compensare, in fondo le differenze di un impatto che avviene su una pallina del peso di 56 g possono essere evidenti anche con cambiamenti relativamente minimi. 200 g sono poco meno di quattro volte il peso di una pallina. 100 g rappresentano quasi il peso di due palline. Per fare un paragone macroscopico è come se andassimo addosso a un automobile che pesa 1000 chili con una che ne pesa 2000 mantenendo la stessa velocità, oppure con una che ne pesa 4000 sempre mantenendo la stessa velocità. Gli effetti sarebbero devastanti.

Superate le fasi progettuali un esoscheletro di questo tipo renderebbe molto più comprensibile come si possa raggiungere certi livelli di gioco, i quali quando sono apprezzati solo a livello emotivo inducono all'esaltazione e alla creazione del mito, purtroppo dimenticando le radici razionali, logiche e scientifiche del mondo che ci circonda.

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